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Geologia

Brevi cenni

Guardando la carta geologica di questa zona, si vede chiaramente che le rocce che costituiscono i rilievi del gruppo del San Giorgio sono differenti da quelli che caratterizzano le montagne vicine (es. M. Freidour, C. Due Denti). Infatti queste ultime appartengono geologicamente all’unità tettonica detta “Massiccio Dora-Maira” dal nome dei due fiumi che la delimitano, cioè il fiume Dora Riparia a Nord e il torrente Maira a Sud, mentre le rocce costituenti il San Giorgio sono interpretabili come l’estrema propaggine del “Massiccio ultrabasico di Lanzo” cioè quell’unità tettonica affiorante nella zona compresa tra Lanzo a Nord e il Musiné a Sud.

Queste rocce formavano il fondo di un antico bacino oceanico, presente circa 220 milioni di anni fa, nel Triassico, tra l’Europa e l’Africa. Verso la fine del Giurassico, 150 milioni di anni fa, i due blocchi continentali cominciarono ad avvicinarsi, fino ad arrivare alla collisione tra la placca europea e quella africana. Questo terribile incastro determinò l’emersione della catena alpina, che continuò il suo “veloce” accrescimento fino a circa 30 milioni di anni fa. 
Il Dora-Maira invece, fa parte del vecchio continente paleoafricano.
Durante i movimenti tettonici che hanno portato alla formazione delle Alpi, a causa di una faglia trascorrente che ha spostato verso Sud le rocce dell’unità Piemontese,  si è formata un’uncinatura, che, passando dietro alla zona del Dora-Maira, si protende verso la pianura, formando le montagne del gruppo del San Giorgio. Di fianco al Monte San Giorgio, nella zona di Prato Vigero, c’è il passaggio dall’una all’altra unità tettonica.

Oggi l’attività sismica piemontese sembra sia dovuta alla rotazione dell’Italia, rotazione che fa perno sulla zona ad Ovest (il Cuneese) e spinge in senso antiorario. Dal punto di vista sismico, Piossasco è in una zona marginale, sono più interessati il pinerolese, la Val Chisone, la Val di Susa.

La forma delle tre montagne (San Giorgio, Roubataboe e Montagnassa), è asimmetrica, cioè un fianco della montagna (Sud-Ovest) è più dolce, meno declive, mentre ad Est Nord-Est è più pendente: questo è dovuto al fatto che queste rocce presentano, a seconda delle zone, una scistosità più o meno marcata.
La scistosità è una discontinuità dovuta alla disposizione dei minerali componenti la roccia su piani paralleli o subparalleli. Possiamo paragonare (con un esempio culinario) gli strati che così si formano ad una pasta sfoglia.
Questa scistosità durante i movimenti tettonici è stata inclinata verso Sud Sud-Ovest, e i versanti attuali della montagna ne sono influenzati; infatti il versante a Sud-Ovest segue l’andamento della scistosità (si dice che è a franappoggio), quindi è più dolce, mentre il versante a Nord-Est è più scosceso (reggipoggio), perché la scistosità è in opposizione rispetto al versante.
La disposizione a franappoggio della scistosità è testimoniata dalla presenza di una serie di lastroni presenti sui versanti esposti a Sud-Ovest.

Glossario

Rocce ignee o eruttive o magmatiche: si formano per raffreddamento del magma:

  • quando il raffreddamento è lento, si formano piccoli cristalli, che crescono lentamente man mano che il magma si raffredda, dando origine a cristalli anche molto grossi (es. quarzo); 
  • se il raffreddamento è più rapido, si formano tanti minuscoli cristalli, che non crescono più (es. granito);
  • se il raffreddamento è molto rapido, le molecole non hanno tempo di organizzarsi in ordinati reticoli cristallini, si solidificano in massa amorfa (es. ossidiana o vetro vulcanico, più simile a un liquido, per la disposizione delle molecole, che non a un solido).

Rocce sedimentarie: sono il risultato della trasformazione di altre rocce da parte di agenti atmosferici o di organismi viventi. L’erosione accumula (per es. sul fondo del mare) strati di sedimenti, che sono sottoposti a vari agenti: 

  • all’azione di batteri che consumano ossigeno e producono anidride carbonica, cambiando quindi l’ambiente e causando trasformazioni chimiche, come la trasformazione degli ossidi in solfuri di ferro;
  • all’aumento della pressione, che provoca il compattamento del materiale, la compressione dei granuli l’uno contro l’altro, con la formazione di pietre solide, che a volte possono presentare fenomeni di ricristallizzazione. 

Esistono anche rocce sedimentarie di origine organica, come i fanghi a radiolari, o il calcare fossilifero, formatosi per l’accumulo di scheletri calcarei di organismi marini.

Ricordiamo infine le evaporiti, come il salgemma, formatosi per l’evaporazione dell’acqua in bacini salini, o le stalattiti e stalagmiti, che si formano quando il bicarbonato di calcio (solubile) si trasforma in carbonato di calcio, insolubile.

Rocce metamorfiche: a temperature e pressioni molto più elevate, quali si possono avere nella profondità della Terra, le rocce subiscono trasformazioni chimico-fisiche imponenti, dando origine alle rocce metamorfiche, che possono derivare sia da rocce eruttive che da rocce sedimentarie. Caratteristica di questo gruppo è la struttura scistosa, cioè lamellare, a straterelli tipo pasta sfoglia; questi strati possono essere di diversa composizione, cioè formati da minerali diversi, o avere la stessa composizione. Un esempio è il calcescisto, di cui quello con pietre verdi è caratteristico del Monte San Giorgio. Altri es. di rocce metamorfiche: quarzite, gneiss, serpentinite, marmo.

Contenuti tratti dalla pubblicazione “Brevi cenni sulla geologia del Monte San Giorgio di Piossasco” curata dagli Amici del Monte San Giorgio in collaborazione con la Dott.ssa Luisella Bonioli, geologa. Con il patrocinio del Comune di Piossasco.